Foglie a cuore che danzano nell’aria ferma di ottobre. Riflessi verdi sul vetro, tra le ombre lunghe del pomeriggio. Il pothos in acqua sembra sospeso in un tempo diverso, ma l’autunno cambia tutto: umidità, luce, temperatura. E cambia anche lui. Radici o non radici, vaso o boccia, terra o liquido trasparente? Il momento di scegliere è adesso.

Sotto la superficie calma dell’autunno, la pianta inizia a rallentare. Ma non si ferma. Il pothos segue il ritmo delle stagioni e risponde a ogni variazione dell’ambiente. Sapere dove coltivarlo in questo periodo può fare la differenza tra una crescita rigogliosa e un blocco vegetativo. In acqua resta elegante e minimale, in terra esplode di energia e resistenza. Ma qual è la vera scelta vincente quando il sole si fa timido?
Molti lo tengono come decorazione, pochi ne ascoltano davvero le esigenze. Eppure, basta osservare le radici per capire cosa stia accadendo davvero. Biancastre, snelle e fragili se immerse in acqua. Corpose, ramificate e salde quando affondano nella terra. Due mondi diversi, due filosofie di coltivazione che in autunno mostrano il loro vero volto.
Pothos in acqua: bellezza fragile sotto vetro
L’immagine più poetica è quella del pothos in acqua, con le radici fluttuanti come fili d’angelo in una bottiglia trasparente. Facile da avviare, scenografico in ogni ambiente. Ma l’autunno, con la sua luce incerta e la temperatura che scende, porta nuove sfide.
Le radici in acqua non hanno protezione. Risentono subito degli sbalzi termici, soprattutto se il contenitore è vicino a una finestra o su un davanzale. Basta una notte più fredda per rallentare la crescita o addirittura danneggiare il sistema radicale. L’acqua va cambiata regolarmente, almeno ogni 7-10 giorni, per evitare ristagni e formazione di alghe.
- Predilige ambienti caldi e luminosi, ma mai luce diretta.
- Usa acqua decantata o piovana, povera di calcare.
- Aggiungi un pizzico di cannella o carbone attivo per prevenire muffe.
- Pulisci le radici ogni mese con delicatezza.
In autunno, la crescita rallenta naturalmente. Non aspettarti nuove foglie ogni settimana. Ma se l’acqua è limpida, le radici sane e bianche, la pianta continuerà a vivere in equilibrio. Un equilibrio fragile, ma suggestivo. Come un bonsai liquido sospeso nel tempo.
Pothos in terra: vitalità stabile e resistenza nascosta
Coltivare il pothos in terra significa scegliere la solidità. Significa permettere alla pianta di ancorarsi, di sviluppare un apparato radicale forte e complesso. In autunno, questo fa la differenza. Il terreno isola meglio dalle escursioni termiche, trattiene l’umidità più a lungo, protegge.
A differenza dell’acqua, la terra permette alla pianta di entrare in una fase di riposo attivo: rallenta la crescita, ma non si ferma. Le foglie restano compatte, spesso più scure, con una venatura brillante. L’ambiente radicale è più stabile, meno soggetto a muffe se il drenaggio è corretto.
- Usa un vaso con fori di drenaggio e sottovaso asciutto.
- Miscela il terriccio con perlite o sabbia per migliorare l’areazione.
- Bagna solo quando i primi 2-3 cm di terra sono asciutti.
- Evita fertilizzanti: in autunno non servono.
Il pothos in terra è meno scenografico, ma più resiliente. Resiste meglio agli sbalzi di umidità, agli ambienti secchi dei riscaldamenti domestici. E, soprattutto, può facilmente ripartire a primavera con una spinta vegetativa forte e sana.
Il suo vantaggio non sta nel colpo d’occhio, ma nella tranquilla tenacia con cui attraversa l’inverno.
Acqua o terra? Una scelta di clima (e di stile)
La verità è che non esiste una risposta unica. Il pothos in acqua o in terra risponde al clima della tua casa più che alla stagione stessa. Se abiti in un ambiente umido, luminoso e temperato, l’acqua può essere una scelta vincente anche a ottobre. Ma se la luce è scarsa, il freddo arriva presto o il riscaldamento è troppo secco, la terra è un rifugio più sicuro.
Puoi anche partire dall’acqua e passare alla terra quando le radici sono mature. Il trapianto autunnale, se fatto con delicatezza, consente alla pianta di adattarsi con gradualità. Un gesto semplice, ma ricco di significato: è il momento in cui una pianta sospesa sceglie di mettere radici vere.
In fondo, la scelta tra acqua e terra è anche una scelta di stile:
- L’acqua incanta, ma chiede più attenzioni.
- La terra sostiene, ma ha meno trasparenze.
Osserva il tuo pothos. Tocca le foglie, guarda il colore delle radici, ascolta il silenzio con cui ti parla. E poi scegli.
In questo tempo di transizione, dove tutto rallenta ma nulla si ferma davvero, anche una pianta può insegnarti qualcosa sull’arte di adattarsi.

