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Mettere la moka in lavastoviglie? Ecco perché è un errore da non ripetere

Pulizie & Bucato

In molti si chiedono se la moka possa davvero essere lavata in lavastoviglie, convinti che l’acciaio e l’alluminio resistano a qualsiasi ciclo. La risposta nasconde dettagli che si sentono solo annusando l’aroma vero del caffè appena fatto.

Mettere la moka in lavastoviglie? Ecco perché è un errore da non ripetere
Mettere la moka in lavastoviglie? Ecco perché è un errore da non ripetere

C’è un gesto antico, quasi meccanico: svitare la moka, sentire tra le dita il metallo freddo. I residui di polvere scura, un profumo di tostato che si attacca alle mani. Lavare la moka sembra un atto semplice, ma qui si nasconde un piccolo segreto della felicità quotidiana. Non c’è bisogno di detersivo, né di tecnologie complesse. Basta l’acqua, calda e veloce, e la pazienza di chi ama la lentezza dei riti domestici. Invece, la lavastoviglie promette comodità: infilare tutto dentro, premere un pulsante, dimenticare. Ma il caffè, lo sappiamo, non è mai solo una questione di tempo.


Quante volte, dopo un lavaggio in lavastoviglie, hai notato che la moka non profuma più come prima? Il metallo appare opaco, quasi stanco. Eppure, basta un dettaglio per accorgersi che qualcosa è cambiato: il sapore del caffè diventa più piatto, talvolta con un retrogusto strano. Piccole cose che fanno la differenza, soprattutto al mattino, quando il silenzio è ancora fragile.

Perché non mettere la moka in lavastoviglie

L’errore più comune nasce dalla voglia di praticità. La moka è fatta di alluminio o acciaio, materiali apparentemente resistenti, ma anche estremamente sensibili ai detergenti forti e alle alte temperature. La lavastoviglie utilizza acqua molto calda e saponi aggressivi che, ciclo dopo ciclo, corrodono la superficie interna della moka. Un dettaglio spesso trascurato: l’alluminio, soprattutto quello non trattato, tende a ossidarsi facilmente. Si formano aloni opachi, segni visibili che tradiscono un’usura precoce.

Poi c’è l’aroma. Il profumo del caffè si fissa nelle micro-porosità del metallo, quasi fosse una memoria olfattiva. I detersivi cancellano questa memoria, lasciano residui invisibili che si legano agli oli del caffè. Il risultato? Un gusto alterato, meno profondo. La moka perde la sua anima, diventa solo un contenitore. Qualcuno non ci fa caso, ma basta assaggiare un caffè preparato con una moka “nuova” e uno con una moka “rovinata” per sentire la differenza.


Piccolo dettaglio reale: alcune aziende produttrici lo scrivono chiaramente sul libretto d’istruzioni. Mai lavare la moka in lavastoviglie, meglio evitare anche il sapone. Una frase che spesso si ignora, attratti dalla velocità dei gesti moderni. Ma il rischio è concreto: dopo pochi lavaggi, la guarnizione si rovina, il filtro si intasa. Non sono solo parole, è esperienza vissuta.

Il rito della pulizia: acqua, mani e pazienza

C’è una sorta di rispetto, quasi una ritualità nel lavare la moka a mano. Ogni pezzo viene sciacquato sotto l’acqua corrente, si elimina il caffè esausto con una passata delicata di dita. L’acqua calda scioglie gli ultimi aromi, le mani restano leggermente colorate. Nessun sapone, al massimo un panno morbido. E poi si lascia asciugare all’aria, magari vicino al lavello, senza fretta.

Un gesto che diventa abitudine, e che protegge la moka negli anni. Le guarnizioni durano di più, il filtro resta libero. Il metallo mantiene la sua lucentezza, conserva quella leggera patina che regala profondità al caffè. Si crea una sorta di “memoria” che nessuna macchina può restituire. Forse è poco, ma la differenza si sente davvero.

Altro dettaglio concreto: anche la moka più semplice, pulita a mano, riesce a resistere per decenni. Non è raro trovare, nelle cucine delle nonne, vecchie caffettiere con il manico consumato e ancora perfettamente funzionanti. Un piccolo patrimonio domestico.

Donna lava la Moka a mano nel lavandino


Gli errori più comuni e come evitarli

C’è una tentazione diffusa: smontare la moka e metterla in lavastoviglie pensando che sia il modo migliore per pulirla a fondo. In realtà, si rischia di fare più danni che altro. Gli errori? Eccoli, concreti:

  • Usare saponi profumati o troppo aggressivi
  • Lasciare la moka bagnata o chiusa dopo il lavaggio
  • Grattare con spugne abrasive
  • Dimenticare di sostituire la guarnizione quando serve
  • Ignorare le istruzioni del produttore

Basta poco per evitarli. Sciacquare subito dopo l’uso, asciugare con attenzione, controllare ogni tanto il filtro e la guarnizione. E se proprio si vuole eliminare un odore strano, un rimedio antico: far bollire acqua e aceto nella moka vuota, lasciare raffreddare e poi sciacquare bene. Semplice, naturale.

Una moka curata racconta la storia di chi la usa. Resta sul fuoco, silenziosa, e aspetta. Il caffè profuma di casa, anche nei giorni di pioggia. E spesso, basta quell’aroma a cambiare il senso di una mattina qualunque.

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