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Lavastoviglie perfetta: cosa mettere (e cosa evitare) per un lavaggio impeccabile

Pulizie & Bucato

Il calore che esce al termine del ciclo, il vapore leggero che si dissolve nell’aria, l’odore tiepido di pulito. Una lavastoviglie ben caricata restituisce molto più di stoviglie lucide: regala tempo, silenzio, ordine. Ma solo se sai cosa mettere e cosa no. Alcuni materiali, infatti, mal sopportano quel microclima di acqua calda e detersivi forti. Altri, invece, sembrano nati per attraversarlo intatti.

Lavastoviglie perfetta: cosa mettere (e cosa evitare) per un lavaggio impeccabile
Lavastoviglie perfetta: cosa mettere (e cosa evitare) per un lavaggio impeccabile

Capire la differenza non è un dettaglio. Significa evitare piatti opachi, padelle rovinate, bicchieri che perdono la brillantezza. Significa, anche, non buttare via utensili che si potevano salvare con un gesto diverso. Molti oggetti hanno un simbolo inciso sul fondo: un piccolo disegno, spesso ignorato. È lì che si nasconde la risposta. Lavabile o no. Se non c’è, si va a intuito, o si rischia. Meglio invece scegliere con cura.


Allora meglio sapere fin dall’inizio cosa può entrare, e cosa deve restare fuori.

Materiali da lavastoviglie: acciaio, vetro, ceramica (e altri alleati silenziosi)

L’acciaio inox è come una corazza. Piatti, posate, pentole: reggono bene i cicli anche più intensi. Basta fare attenzione ai manici, se sono in legno, meglio evitarlo. Posiziona le pentole nel cestello inferiore, leggermente inclinate. Le posate? Nell’apposito cestello, alternate, con le punte rivolte in basso.

Il vetro resiste, ma con grazia. I bicchieri sottili o decorati a mano temono gli sbalzi termici: se vuoi che restino trasparenti e senza crepe, scegli un programma delicato (come il Glass 40°) e usa sempre il brillantante. I barattoli da conserva, invece, puoi lavarli senza timore: basta togliere il tappo.


La ceramica, quella vera, non le imitazioni leggere, si comporta bene. Piatti grandi sotto, tazze e ciotole in alto. Attenzione solo ai decori in oro o dipinti a mano: con il tempo sbiadiscono, o peggio, si staccano. Poi il silenzio. E il clic del ciclo completato.

Plastica, antiaderenti, terracotta: sì, ma con accortezza

La plastica non è tutta uguale. Cerca sempre il simbolo (un quadrato con piatti e gocce): se è presente, puoi procedere. In caso contrario, o se è barrato, meglio lavare a mano. Posiziona sempre nel cestello superiore, dove la temperatura è più bassa. Le padelle antiaderenti vanno trattate con garbo. Il primo lavaggio? Sempre a mano. Poi, ogni tanto, una carezza d’olio dopo l’asciugatura per mantenere vivo il rivestimento. Mai temperature alte. Mai detersivi aggressivi.

La terracotta ha una pelle porosa. Va bene in lavastoviglie, ma solo se asciutta e non fredda. Evita shock termici: potrebbero incrinarla. Dopo il lavaggio, falla asciugare completamente prima di riporla. Assorbe l’umidità più di quanto pensi.

Rame, ghisa, legno: materiali da trattare con le mani

Qui non ci sono eccezioni. Rame e ghisa sono nobili, ma vulnerabili. Il rame si ossida, si annerisce, perde quella lucentezza calda che lo rende unico. La ghisa, invece, arrugginisce. Basta poco: una volta bagnata, se non asciugata subito, si rovina.

Il legno racconta una storia antica. Ma non ama la lavastoviglie. L’acqua penetra, deforma, fa nascere crepe. I cucchiai in legno, i taglieri, i mestoli: tutti a mano. Un panno morbido, un detergente delicato, movimenti circolari. E poi asciugare subito, senza esitazioni.


Ecco il dettaglio che cambia tutto: un cucchiaio che si gonfia, che odora di detersivo, non serve più a nessuno.

Oggetti sorprendenti che puoi lavare in lavastoviglie (e non ci avevi pensato)

Ci sono cose che non penseresti mai di lavare in lavastoviglie. E invece. I ripiani del frigorifero, ad esempio: se sono a temperatura ambiente, puoi inserirli nel cestello inferiore. I filtri della cappa? Anche. Basta posizionarli bene.

I doccini della doccia: perfetti per un lavaggio anticalcare. I tappi delle bottiglie (meglio nel cestello superiore, programma breve). Persino i giocattoli in plastica dura — purché senza batterie — possono tornare puliti come nuovi. Un colpo di vapore, e via.

Sacchetti ermetici, piccoli utensili in silicone, contenitori da freezer. Tutto ciò che è resistente e senza parti elettroniche può trovare posto nella lavastoviglie. Basta pensarci.

Meglio evitare: alluminio, coltelli, moka

L’alluminio è un materiale instabile. Se non trattato, si macchia, si scolora. E a volte, lascia aloni sulle altre stoviglie. Alcuni produttori indicano versioni compatibili, ma controlla sempre prima di rischiare. La moka, ad esempio, è quasi sempre in alluminio. E comunque non ama il detersivo: cambia il gusto del caffè. Meglio solo acqua e mani.


I coltelli affilati? No. Il sale e il calore ne rovinano il filo, rendendoli meno precisi. E se hanno manici in legno, doppia ragione per lavarli a mano. L’argento merita un discorso a parte. Solo se puro (925) e senza altre stoviglie accanto può affrontare il lavaggio in macchina. Programma corto, delicato, e subito fuori ad asciugare.

A volte basta un simbolo. O una piccola scritta sul fondo. Altre volte, serve solo un po’ di attenzione. Ma poi tutto funziona: stoviglie pulite, senza rimpianti. O quasi.

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