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Il Presepe di Manarola: il più grande presepe luminoso sospeso sul mare

Turismo

Nel cuore delle Cinque Terre, tra vigneti che scendono verso il mare e il profumo di salsedine, il presepe luminoso di Manarola trasforma ogni dicembre il versante della collina in un mosaico vivente. Un intreccio di luci, tradizione e meraviglia che si riflette sulle onde.

Il Presepe di Manarola: il più grande presepe luminoso sospeso sul mare
Il Presepe di Manarola: il più grande presepe luminoso sospeso sul mare

Si resta sospesi, davvero, davanti al Presepe di Manarola. Basta una sera fredda, il naso che pizzica d’aria salmastra e il sentiero illuminato che serpeggia tra i muretti di pietra. Sotto, il buio dell’acqua. Sopra, la distesa luminosa che pare fluttuare. Qui la parola “presepe” si riempie di materia nuova: ferro riciclato, lampadine, sagome stilizzate. Un presepe che vive solo quando il sole cala, e che parla a chi sa aspettare. Non serve altro: una giacca pesante, la curiosità. E restare.


Ogni dicembre la collina si trasforma. Oltre trecento figure, illuminate da oltre diciassettemila luci, si rincorrono tra le terrazze di vigneti sospesi. Manarola – poco più di ottocento abitanti – diventa, in un attimo, centro di un pellegrinaggio laico. Famiglie, anziani, viaggiatori con zaino e scarpe da trekking si confondono lungo il percorso che sale dalla stazione fino al Belvedere. Si sentono voci. A volte anche qualche risata. La festa comincia così: dal buio.

Il Presepe luminoso di Manarola: un intreccio di luce e tradizione

C’è qualcosa di quasi ipnotico nella ripetizione delle sagome illuminate, disposte come un antico racconto a cielo aperto. Il Presepe di Manarola nasce nel 1961 dalla fantasia (e dall’ostinazione) di Mario Andreoli, ferroviere in pensione. Per quasi sessant’anni ha raccolto materiali di recupero, vecchie taniche, tubi arrugginiti, fili di ferro. Ogni inverno, salendo a piedi tra gli ulivi, ha sagomato la collina con le sue figure stilizzate: angeli, pastori, la stella cometa. Ogni lampadina, accesa una ad una.

Il risultato? Uno spettacolo che si accende ogni sera dell’8 dicembre e che resta visibile fino a fine gennaio. Un presepe “ecologico”, alimentato oggi in parte da pannelli solari. Ma il vero cuore resta la gente: chi sale a vedere, chi aiuta a montare, chi porta una coperta per stare più a lungo nel freddo pungente. Non c’è barriera tra sacro e profano, tra la festa di paese e la spiritualità discreta di un luogo che vive di silenzi e piccoli gesti.


A pochi metri dalle luci, il mare. Sotto, il suono lento delle onde che si mescola alle voci. Non è raro vedere gruppi di amici stendersi sull’erba umida, o bambini rincorrersi tra le piante di rosmarino. Tutto resta sospeso, per un attimo.

Come visitare il presepe sospeso sul mare

Arrivare a Manarola in inverno ha il sapore di un viaggio fuori stagione. I treni delle Cinque Terre sono frequenti, ma nelle sere di dicembre si cammina più lentamente. Il sentiero per il presepe parte quasi sempre dalla piazzetta della stazione: pochi minuti a piedi e si arriva al punto panoramico, dove si vede tutto. C’è chi si ferma subito, chi preferisce proseguire lungo la via dei vigneti per un punto di vista più silenzioso.

Durante l’accensione, la folla si ferma con il fiato sospeso. Un clic, migliaia di luci si spalancano nella notte. A volte si sente un brusio, oppure un “oh” sussurrato. I fotografi, ogni anno più numerosi, cercano l’angolatura migliore: niente è mai uguale, ogni stagione cambia il disegno delle luci.

Per chi arriva in auto, meglio parcheggiare fuori dal centro: i vicoli sono stretti e spesso chiusi. Meglio camminare, respirare l’aria frizzante e lasciarsi sorprendere dalle piccole osterie aperte solo nei giorni della festa. Si mangia semplice: vino bianco, acciughe, pane croccante. Qualcuno compra un sacchetto di castagne arrosto, solo per scaldarsi le mani.

Il Presepe di Manarola


La magia di un rito che si rinnova ogni anno

C’è chi torna ogni inverno. C’è chi scopre il presepe per caso, magari un pomeriggio di vento forte. In fondo, la magia del Presepe di Manarola non sta solo nelle dimensioni (è il più grande presepe luminoso del mondo, davvero), ma nel modo in cui trasforma la collina. Ogni figura, ogni stella, sembra galleggiare sopra il mare. Si resta immobili, per un istante, davanti a quella distesa di luce fragile e tenace.

Gli abitanti lo sentono proprio. I bambini crescono, ma ogni anno qualcuno sale con una nuova figura da aggiungere. Un piccolo gesto che tiene insieme la memoria e il futuro. Il presepe non è mai lo stesso, muta come il cielo d’inverno.

Poi la folla si dirada. Resta solo il rumore dell’acqua, qualche lampadina che scintilla ancora. Un silenzio diverso, quasi protetto. A volte basta una notte fredda, il vento che si infila tra i capelli e la sensazione che qualcosa, almeno per un po’, sia rimasto sospeso.