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Menta e basilico a fine stagione: i tagli giusti per farli rinascere in primavera

Piante & Fiori

Gli ultimi giorni d’estate, tra ombre lunghe e luce dorata, svelano i segreti del basilico e della menta nelle ore in cui il sole si fa più tiepido. Capire i tagli giusti ora significa assicurare piante vigorose e profumate, pronte a rinascere con la primavera.

Menta e basilico a fine stagione: i tagli giusti per farli rinascere in primavera
Menta e basilico a fine stagione: i tagli giusti per farli rinascere in primavera

C’è un momento, tra settembre e ottobre, in cui il verde brillante di menta e basilico sembra rallentare. Le foglie più giovani si fanno piccole, i profumi mutano: la freschezza si fa più intensa, quasi un ultimo respiro prima del riposo. Eppure, proprio qui si nasconde il gesto semplice che cambia tutto. Il taglio.


Nella penombra delle prime mattine d’autunno, si sente nell’aria un odore più ricco, un filo di umidità che sale dai vasi. È il tempo in cui le erbe chiedono una cura precisa, che non è solo manutenzione, ma un invito a rinascere. Un taglio pensato (mai improvvisato) serve a guidare la linfa, alleggerire la pianta e proteggerla dal freddo in arrivo. Un piccolo rito che parla di ritorni lenti, mani sporche di terra e futuro nei dettagli.

Quando tagliare menta e basilico a fine stagione

Il momento giusto non è un giorno fisso, ma una sensazione: le foglie iniziano a perdere il loro tono vivido, alcune si macchiano o si accartocciano ai margini. La pianta rallenta la crescita. Bastano pochi gradi in meno, una sera più fresca. Allora sì, è l’ora.

Per il basilico, tagliare appena prima che la pianta arresti del tutto la crescita. Un’osservazione semplice: se le infiorescenze sono già comparse, è tardi per potature radicali, meglio solo una pulizia delicata. Se invece le foglie sono ancora spesse, ma meno lucide, si può intervenire con più decisione.


La menta, invece, sopporta meglio i tagli drastici. Puoi arrivare a lasciare solo pochi centimetri di stelo sopra il terreno. Fa quasi impressione, ma non temere: le radici custodiscono già il risveglio futuro. L’importante è che il terreno resti soffice e drenato, mai troppo bagnato. E un consiglio spiccio: taglia sempre al mattino, quando la linfa è più attiva e le foglie non sono ancora arse dal sole.

A volte basta osservare. Una foglia opaca, uno stelo che si piega, raccontano più di mille guide. Ma non sempre si ha tempo.

I tagli giusti: forbici, precisione e piccole attenzioni

Non serve molto, ma tutto deve essere pulito. Forbici affilate e disinfettate (basta poco: alcol denaturato o fiamma rapida), tagli netti, mai strappi. Un gesto secco che lascia una superficie liscia, pronta a cicatrizzare in fretta.

Per il basilico, si taglia sopra un nodo, lasciando almeno due paia di foglie sotto il punto di recisione. Così la pianta non si svuota, ma si ramifica. In pratica: cerca una biforcazione e recidi lì, senza pietà. Raccogli le foglie sane, elimina quelle gialle o rovinate. Non serve altro. Un po’ d’acqua subito dopo (ma non troppa), e tutto riparte.

La menta chiede meno finezza. Taglia gli steli a 3–5 centimetri dal terreno, togli tutto il secco. Non avere paura: sembra drastico, ma la pianta si rafforza. Una nota utile: se coltivi in vaso, arieggia la terra e togli le radici più superficiali, così si evita il ristagno e la muffa nei mesi umidi.


Un odore verde resta sulle dita, persistente. È segno che hai fatto bene.

Cosa succede dopo il taglio: riposo, protezione, piccoli gesti

Dopo la potatura, sia menta che basilico rallentano, ma non si fermano. È un riposo attivo: le radici si concentrano, assorbono le ultime energie. In questo periodo, meglio evitare concimi: l’eccesso può danneggiare. Preferisci invece un terreno pulito, magari aggiungi un dito di pacciame naturale (foglie secche o corteccia sottile), che protegge dal freddo e mantiene l’umidità giusta.

Un dettaglio importante: se arriva una gelata improvvisa, copri i vasi con un tessuto leggero, anche un semplice strofinaccio può bastare. La menta sopporta meglio, il basilico invece teme il gelo (più fragile, più delicato). Piccoli gesti che fanno la differenza.

Poi, basta aspettare. Verso febbraio, a volte già a fine inverno, si vedranno i primi getti nuovi, verdi e teneri. Un profumo sottile annuncia la rinascita. Non resta che osservare, magari con una tazza calda in mano. Si impara la pazienza anche così, nei giorni di luce breve.

In fondo, il bello è che basta poco. Anche un taglio preciso, un’attenzione diversa. Per cambiare davvero la primavera.


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