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Errori di potatura sulle erbe aromatiche: come evitarli a novembre

Piante & Fiori

Ora, a novembre, l’aria odora di erba tagliata, forse anche di terra bagnata. La luce si accorcia: potare le erbe aromatiche sembra un gesto banale, ma basta poco per sbagliare. Un solo taglio fuori posto, e in primavera lo vedi. O magari non te ne accorgi subito.

Errori di potatura sulle erbe aromatiche: come evitarli a novembre
Errori di potatura sulle erbe aromatiche: come evitarli a novembre

A volte è solo questione di minuti. Una stanza fredda, le mani che odore portano. Prendersi cura delle erbe aromatiche adesso è diverso. Le foglie sono più ruvide, la terra cede sotto le dita. Novembre confonde: se tagli troppo, la pianta resta nuda. Troppo poco? Poi si irrigidisce, si fa scura ai bordi. Bisogna trovare un equilibrio. Un paio di forbici (sporche? succede), un gesto distratto, un dubbio prima di tagliare. Non sempre serve fretta. Forse meglio aspettare.


Col freddo le aromatiche rallentano. Alcune, come il prezzemolo o la menta, sembrano dormire, altre – rosmarino, salvia, timo – mantengono viva una scintilla verde. Qui serve occhio, e anche un po’ di pazienza. Ogni specie ha i suoi tempi e i suoi errori ricorrenti, spesso figli della fretta o dell’inesperienza. Non è mai solo questione di tagliare. È capire dove, quanto, quando.

Gli errori più comuni nella potatura di novembre

Il primo sbaglio, quasi banale, è credere che le erbe aromatiche vadano potate come in primavera. Non è così: novembre chiede delicatezza. Troppa energia sottratta ora significa rami esposti al gelo, raccolti poveri, piante fragili. C’è chi taglia tutto, chi solo le punte secche. E invece, serve osservare. Toccare le foglie – a volte ruvidissime – ascoltare il rumore delle forbici sul ramo.

Un altro errore è dimenticare la differenza tra erbe perenni e annuali. Il basilico, ad esempio, ormai va lasciato andare: resiste poco, tende a ingiallire. Il rosmarino invece ama piccoli ritocchi, solo se i rami sono davvero legnosi. Un errore sottile è trascurare la base delle piante, dove il freddo si insinua e può far marcire tutto. Meglio lasciare qualche foglia in più, uno strato protettivo. Poi c’è la pulizia degli attrezzi: forbici sporche portano malattie. Sembra dettaglio, ma pesa sul raccolto di marzo.


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Come evitare gli errori più frequenti

Meglio prendersi tempo. Osservare la pianta da vicino, magari al mattino, quando la luce è ancora fredda e i profumi più intensi. Un trucco? Usare sempre forbici ben affilate, pulite con alcol o acqua bollente, e mai potare dopo una pioggia. Il legno bagnato, a novembre, è più fragile. Si spezza, si ammala.

Importante distinguere. Le aromatiche sempreverdi (rosmarino, timo, salvia) sopportano piccoli tagli, solo sulle parti vecchie e mai sulle punte fresche. Le altre, ormai spoglie, vanno lasciate in pace. Anche la quantità conta: non più di un terzo della pianta, per evitare stress. Piccoli tagli, ravvicinati, sono meglio di una sola sforbiciata decisa. O forse no, a volte serve un gesto netto. Dipende dal clima, dalla specie, dal colore delle foglie. Un occhio attento capisce subito se ha tagliato troppo: le punte si scuriscono, il profumo si spegne.

Dettagli che salvano una stagione. Ad esempio, coprire il terreno con paglia o foglie secche dopo la potatura: trattiene il calore, protegge le radici. E non dimenticare di lavare le mani dopo il lavoro – le erbe aromatiche, a novembre, lasciano sulla pelle odori che durano ore.

Gesti pratici per una potatura sicura in autunno

Prima di tagliare, respira. Guarda il colore delle foglie, tocca i rami. Se sono freddi e umidi, meglio rimandare. Le forbici devono scivolare, non strappare. Se senti un suono secco, forse la pianta è già troppo legnosa.

Elenchiamo, quasi sottovoce:


  • Pulisci bene gli attrezzi, sempre.
  • Taglia solo dove il ramo si biforca naturalmente.
  • Non potare mai nelle ore più fredde del mattino.
  • Lascia qualche foglia vecchia come protezione.
  • Non irrigare subito dopo la potatura.
  • Tieni sempre d’occhio il meteo: il gelo improvviso rovina anche il taglio migliore.

Spesso, basta poco. Un gesto morbido, una pausa. Odore di timo sulle mani e luce bassa sulla finestra. Novembre, così, sembra meno lungo. Forse, basta cambiare prospettiva.

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