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Trenino Rosso del Bernina: il viaggio d’inverno più scenografico che parte dall’Italia

Turismo

Una curva lenta, il fiato che si disegna sul vetro: il Trenino Rosso del Bernina scivola tra neve, boschi e silenzio. Il viaggio che unisce Italia e Svizzera regala paesaggi da fiaba e sorprese concrete, in ogni stagione.

Trenino Rosso del Bernina: il viaggio d’inverno più scenografico che parte dall’Italia
Trenino Rosso del Bernina: il viaggio d’inverno più scenografico che parte dall’Italia

Partire da Tirano quando l’aria è fredda e l’alba pare galleggiare sulle rotaie. Il sogno di viaggiare sulla Ferrovia del Bernina non è fatto di grandi promesse, ma di piccoli dettagli: la sosta in una locanda dove il legno profuma ancora di resina, la neve che imbianca le traversine, una tazza di cioccolata calda che scalda le mani. Sì, la partenza è già il primo regalo. Da subito senti che non è solo un viaggio, ma un modo diverso di guardare le montagne, lento, quasi sensuale.


Eppure, organizzarsi non è sempre semplice. Le informazioni online sono spesso un labirinto: orari che cambiano, tariffe che sembrano fatte apposta per confondere, mille domande (quando prenotare? Quale treno scegliere? Ci saranno posti liberi?). Bastano pochi consigli giusti, però, per godersi ogni curva senza ansia e scoprire la differenza tra Bernina Express e Trenino Rosso regionale.

Il percorso del Trenino del Bernina: dalle Alpi a St. Moritz

Il Trenino Rosso del Bernina parte dal cuore della Valtellina (Tirano) e si arrampica tra boschi, viadotti e laghi ghiacciati, fino ai 2.253 metri dell’Ospizio Bernina. In tutto, sono 61 km. Pochi chilometri forse, ma ognuno ha il sapore di qualcosa che resta.

Salire a bordo è semplice. Biglietti in tasca, finestrino da conquistare: meglio se vicino, per sentire il vetro freddo e scattare foto senza filtri. Nei primi minuti, il treno attraversa il centro di Tirano e poi lascia il profumo di focaccia e caffè per l’aria di frontiera, passaggi a livello che sbucano tra case basse e vecchie botteghe. Subito, la salita verso il confine svizzero.


Brusio e Le Prese

Campocologno, minuscola, poi ecco il viadotto elicoidale di Brusio: pietra antica, un giro quasi perfetto, le carrozze che sembrano danzare. Scatta la foto, o forse perdi l’attimo: pazienza, al ritorno avrai una seconda occasione.

Dopo Brusio, la luce si fa più intensa: specchi d’acqua, il Lago di Poschiavo e le sue sponde chiare. Qui, puoi scegliere se fermarti. Noi lo abbiamo fatto a Le Prese, solo cinque minuti a piedi e una delle altalene giganti di Swing the World ti dondola sospeso tra cielo e lago. Il tempo si ferma davvero. In estate la passeggiata si allunga, segue le rive del lago per quasi otto chilometri: sentiero facile, perfetto per chi vuole rallentare. Con la neve, invece, tutto si raccoglie e il paesaggio si stringe attorno ai finestrini.

Poschiavo e Cavaglia

Ripartendo, il centro storico di Poschiavo spunta dietro una curva, tra facciate eleganti e piccoli bar. Se scegli di scendere qui, il Quartiere Spagnolo racconta storie di emigranti e fortune lontane.

Più in alto, la fermata di Cavaglia: d’estate le Marmitte dei Giganti sono la sorpresa nascosta, grandi conche scavate dal ghiaccio millenni fa. Ma solo da maggio a ottobre. In inverno si resta seduti, si guarda il paesaggio cambiare forma.

Alp Grüm, Ospizio Bernina, e oltre

Poi la vera salita. I binari si stringono tra boschi di conifere, rocce e valloni. La neve si fa più densa, il respiro corto. Si arriva ad Alp Grüm: una terrazza di pietra sopra il ghiacciaio Palü, hotel e buffet d’altri tempi. D’inverno, a volte, la vista sparisce tra i fiocchi. Ma sedersi al caldo, ordinare pizzoccheri fumanti, ascoltare il vento sulle finestre è già parte del viaggio. Un dettaglio che sfugge: sulla facciata della stazione, una scritta in giapponese (gemellaggio con la Hakone Tozan). Chissà se la noti.


L’ultima curva conduce all’Ospizio Bernina: 2.253 metri, aria sottile, laghi ghiacciati che cambiano colore con il cielo. Qui il treno rallenta, lascia spazio alla vista (o forse no, se il tempo si chiude e la neve avvolge tutto). Se vuoi fermarti, ricorda: ristorante solo contanti, anche euro.

Poi Bernina Diavolezza, per chi sogna l’alta montagna vera. Funivia pronta, dieci minuti e quasi tremila metri: sci, panorami, rifugio in quota. A Morteratsch il ghiacciaio si avvicina, sentiero facile anche d’inverno (tranne durante una bufera, ovviamente). Ancora una fermata: Pontresina, sci di fondo e carrozze trainate da cavalli, profumo di bosco umido, aria che sa di neve.

Arrivo a St. Moritz. Vetrine scintillanti, auto che brillano, pellicce e lingue diverse. Non è il vero finale: il cuore del viaggio resta tra le montagne. Forse hai già voglia di risalire a bordo.

Vista dal Trenino del Bernina

Prezzi, orari e consigli per un weekend perfetto (o quasi)

Il prezzo del viaggio varia, ma la sostanza resta. Il Trenino Rosso costa 66 CHF a/r in seconda classe, 114 CHF in prima. I bambini fino a 5 anni viaggiano gratis, fino a 15 pagano la metà. Il cambio? Un euro vale circa 0,97 CHF (dato di aprile 2024, meglio controllare prima di partire). Il supplemento per il Bernina Express va aggiunto.


Se vuoi rallentare, c’è il Pass Patrimonio UNESCO: viaggi illimitati per due giorni tra Thusis e Tirano (escluso Bernina Express), prezzo 75 CHF in seconda classe. Si acquista anche poco prima di partire, senza ansie.

Dove dormire? Tirano resta la scelta più intima, prezzi più gentili, locande dal fascino discreto. Un consiglio concreto: Contrada Beltramelli (camere, appartamenti, colazioni a km 0). In centro, per l’aperitivo il Caffè Novecento (cocktail creativi) e, per una cena tipica, il Ristorante Parravicini.

Gli orari del trenino cambiano con le stagioni. Basta consultare il tabellone in stazione o i siti ufficiali: meglio controllare il giorno prima. Ogni fermata ha un tabellone con le sigle: BEX indica il Bernina Express, solo con prenotazione. Attenzione.

Periodo migliore? D’inverno, la magia della neve trasforma tutto in qualcosa di più silenzioso, raccolto, a tratti surreale. Il paesaggio si veste di bianco, il treno pare galleggiare tra le nuvole basse. Primavera, estate e autunno offrono colori diversi, giornate più lunghe, più soste e camminate possibili.

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