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Radici aeree della Monstera: a cosa servono davvero e come gestirle

Piante & Fiori

Sembra una giungla tropicale in miniatura: lussureggiante, selvaggia, con quelle radici aeree della Monstera che scendono come tentacoli sinuosi lungo il vaso. Ma non sono solo un effetto scenico. Dietro quelle sporgenze contorte si nasconde un piccolo miracolo di adattamento e intelligenza vegetale.

Radici aeree della Monstera: a cosa servono davvero e come gestirle
Radici aeree della Monstera: a cosa servono davvero e come gestirle

Quelle radici fuori dal vaso non sono “errori” da tagliare via. Al contrario, parlano il linguaggio della sopravvivenza: cercano acqua, stabilità, appigli. E sapere come gestirle può fare la differenza tra una Monstera rigogliosa e una pianta in affanno.


C’è qualcosa di profondamente affascinante nella logica che guida le piante tropicali. La Monstera, in particolare, incarna un’idea di libertà che si arrampica, si espande, si reinventa. Le sue radici aeree sono strumenti straordinari, e imparare a comprenderle è come tradurre il suo codice segreto.

Le radici aeree della Monstera: molto più di un dettaglio ornamentale

In natura, la Monstera è una pianta epifita. Questo significa che cresce aggrappandosi ad altri alberi, non nel terreno, cercando la luce tra i rami delle foreste umide. Le sue radici aeree sono il mezzo con cui si ancora, esplora, sopravvive.

Quando la coltiviamo in casa, cerca di replicare quel comportamento. Le radici che spuntano dal fusto o scendono verso il pavimento non sono segno di malattia, ma di vitalità. Cercano supporto, umidità, nuovi punti d’accesso.


Se ignorate, possono seccarsi o aggrovigliarsi. Se accolte con consapevolezza, diventano alleate. Alcune idee pratiche:

  • Guidarle verso il terreno: se coltivi la Monstera in un vaso ampio, puoi indirizzare alcune radici aeree verso il terriccio. Assorbiranno acqua e nutrienti in più.
  • Vaporarle regolarmente: specialmente in inverno, l’aria secca può disidratarle. Un leggero spruzzo ogni due giorni può mantenerle attive.
  • Fornire un tutore naturale: un palo in muschio o fibra di cocco è l’ideale. Le radici si attaccheranno, contribuendo alla stabilità della pianta.

Evita, se possibile, di tagliarle. Ma se sono troppo ingombranti o danneggiate, una potatura delicata (con forbici sterilizzate) è concessa. Fallo solo quando la pianta è in fase vegetativa, evitando i periodi di riposo.

Le radici aeree della Monstera

Gestire le radici fuori dal vaso: armonia tra natura e casa

Una Monstera adulta può sembrare indomabile. Le sue radici sembrano voler conquistare lo spazio, uscire dal vaso, toccare il suolo. Ma anche in questo c’è una forma di equilibrio.

La chiave è non opporsi, ma accompagnare. Puoi:


  • Riorganizzarle visivamente: raccoglierle con delicatezza e legarle con un nastro in juta, lasciandole “scendere” in modo ordinato lungo il vaso.
  • Scegliere un cachepot profondo: le radici aeree avranno un luogo dove appoggiarsi, senza sembrare disordinate.
  • Creare un effetto jungle: invece di combatterle, valorizzale. Un tappeto naturale, qualche pietra lavica alla base, luce diffusa: la stanza sembrerà una serra tropicale.

In spazi piccoli, è utile contenere la crescita. Una Monstera potata con intelligenza può rimanere compatta e sana, mantenendo solo le radici aeree più funzionali.

Attenzione anche al messaggio che queste radici inviano: una crescita improvvisa o disordinata può indicare che la pianta ha bisogno di più luce, umidità o spazio radicale. Ascoltarla è il primo passo per un equilibrio duraturo.

Radici che parlano: quando la Monstera racconta la sua storia

Non tutte le piante “parlano” con tanta chiarezza. La Monstera lo fa. Le sue radici aeree sono come antenne: ti raccontano come sta, cosa cerca, di cosa ha bisogno.

Un tempo, si tagliava tutto ciò che usciva dagli schemi. Oggi, la tendenza è ascoltare, interpretare, integrare. Anche nel verde di casa. Le radici fuori dal vaso diventano allora segni vitali, non imperfezioni.

Forse è proprio questo il loro fascino: ci ricordano che la natura non ama i bordi netti, le forme forzate, le linee dritte. Preferisce le curve, le deviazioni, gli slanci imprevisti.


E forse, lasciando che una radice esplori il vuoto accanto al vaso, permettiamo anche a noi stessi di allentare il controllo. Di osservare. Di crescere un po’ più liberi.