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3 errori che tutti fanno quando lavano un maglione di lana (e lo rovinano per sempre)

Pulizie & Bucato

Con l’arrivo dell’autunno, i maglioni di lana ritornano a scaldare giornate fredde e mattine nebbiose. Ma basta un lavaggio sbagliato per trasformare un capo morbido e avvolgente in un oggetto rigido, infeltrito, irriconoscibile. Scopri quali sono gli errori più comuni e come evitarli per conservare la bellezza e la morbidezza della lana stagione dopo stagione.

3 errori che tutti fanno quando lavano un maglione di lana (e lo rovinano per sempre)
3 errori che tutti fanno quando lavano un maglione di lana (e lo rovinano per sempre)

C’è qualcosa di rituale nel riprendere in mano un maglione. Il gesto di piegarlo, di sentirne la consistenza tra le dita, di riconoscere il profumo che ha assorbito dalla stagione passata. Ma questo piccolo rito può diventare un incubo se, dopo il primo lavaggio, quel capo amato si trasforma irrimediabilmente. Il danno non è solo estetico: un maglione infeltrito perde traspirabilità, elasticità e comfort. È come se la lana, spaventata, si fosse chiusa in sé stessa.


Vediamo insieme i tre errori più comuni che mettono a rischio la vita dei maglioni di lana, e come trasformare il momento del lavaggio in un gesto di cura.

Errore n.1: Metterlo in lavatrice senza pensarci (anche se c’è il programma lana)

Anche le lavatrici più moderne, dotate di programmi specifici per la lana, non sempre offrono la delicatezza di cui questo materiale ha davvero bisogno. Il problema non è solo il movimento meccanico, ma la combinazione di temperatura, centrifuga e durata del lavaggio.

  • Il tamburo può esercitare una pressione eccessiva, anche nei cicli “gentili”
  • Le temperature possono oscillare, anche di pochi gradi, ma quanto basta a far infeltrire la lana
  • La centrifuga, anche se breve, compatta le fibre
  • I programmi standard non sempre permettono l’uso di detersivi realmente delicati

Il risultato? Un capo che perde la sua elasticità, si restringe o si irrigidisce. È come se il maglione perdesse la sua anima.


Il lavaggio a mano resta l’opzione più sicura, ma solo se fatto con attenzione (ne parliamo nei prossimi punti). Se proprio si deve usare la lavatrice, è meglio mettere il maglione in una rete protettiva, impostare un lavaggio freddo e saltare la centrifuga.

E ancora meglio: non lavare il maglione dopo ogni utilizzo. La lana ha proprietà auto-pulenti naturali. Arieggiarlo per una notte vicino a una finestra aperta può bastare a restituirgli freschezza.

Errore n.2: Usare acqua calda e detersivi aggressivi

La lana è come una pelle viva: reagisce, si contrae, si difende. E come ogni pelle sensibile, teme il calore e i prodotti troppo forti.

L’acqua calda – anche solo tiepida – altera la struttura naturale delle fibre. Il movimento delle scaglie che compongono il filamento lanoso si intensifica, provocando quel temuto effetto infeltrito. E se al calore si aggiungono detersivi non adatti, il danno è doppio.

Evita:


  • Acqua oltre i 30°C
  • Detersivi per capi normali, sgrassanti o con enzimi
  • Ammorbidenti (che “incollano” le fibre invece di ammorbidirle davvero)

Usa invece:

  • Acqua fredda o appena tiepida
  • Un cucchiaio di detersivo specifico per lana o delicati
  • Pochi minuti di ammollo, senza agitare

Un maglione di lana ben lavato profuma come un prato d’autunno dopo la pioggia: pulito, ma con la sua essenza intatta.

Per chi desidera una soluzione ancora più naturale, esistono anche saponi solidi alla lanolina, che nutrono la fibra restituendole morbidezza. Basta scioglierne un pezzetto nell’acqua e immergere il capo, lasciando che la miscela agisca senza fretta.

Errore n.3: Strizzarlo, appenderlo o… lasciarlo troppo a mollo

Il momento dell’asciugatura è delicato quanto il lavaggio stesso. Qui si gioca il destino della forma del maglione: basta un gesto impulsivo – come strizzarlo tra le mani – per danneggiarne irreversibilmente la struttura.

Errori comuni:

  • Strizzarlo per eliminare l’acqua in eccesso
  • Appenderlo su una gruccia: le spalle si deformano
  • Lasciarlo ore e ore in ammollo: le fibre si rilassano troppo e perdono compattezza

Il gesto giusto è semplice, ma va fatto con cura. Dopo il lavaggio:

  • Tampona il maglione tra due asciugamani, senza torcere
  • Stendilo in piano su una superficie asciutta, lontano da fonti di calore diretto
  • Rispettane la forma, senza tirare o stirare

Immagina di adagiarlo come faresti con un pane ancora caldo, appena sfornato: delicatamente, per non rovinarne la crosta. Così la lana conserva la sua armonia.

Un piccolo trucco per farlo asciugare più velocemente? Dopo averlo tamponato, arrotolalo dentro un asciugamano spesso e premi leggermente con le mani. Assorbirà l’umidità senza danneggiare la forma.

E ricorda: mai metterlo vicino a termosifoni, stufe o al sole diretto. Il calore intenso “cuoce” la fibra e la rende secca e fragile.

Bonus: ogni quanto lavare un maglione di lana?

Non esiste una regola fissa, ma la risposta migliore è: solo quando serve. A differenza di altri materiali, la lana non trattiene odori e si mantiene pulita a lungo grazie alla sua struttura naturale.


Segnali che indicano che è il momento di lavarlo:

  • Macchie visibili o odori persistenti
  • Perdita di morbidezza o sensazione di “unto”
  • Uso prolungato a contatto diretto con la pelle

Tra un lavaggio e l’altro:

  • Arieggialo per qualche ora su una superficie asciutta
  • Riponilo piegato, mai appeso
  • Inserisci nel cassetto sacchetti profumati (lavanda, cedro, alloro) per tenerlo fresco e lontano dalle tarme

Conoscere questi errori – e i gesti corretti che li evitano – è un atto di cura. Perché un maglione di lana non è solo un capo d’abbigliamento: è una memoria che si indossa, un rifugio che ci accompagna stagione dopo stagione. E quando lo riprenderai tra le mani, un anno dopo, sarà come ritrovare un abbraccio intatto nel tempo.